Il problema delle ludopatie è una piaga sociale che, a causa dell’immobilismo della politica e della crisi economica, sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti. I dati ufficiali dipingono un quadro a dir poco drammatico, soprattutto se consideriamo che le poche statistiche esistenti tendono a sottostimare la reale dimensione del problema.
Secondo i dati forniti dal Ministero delle Finanze la Regione Lombardia conta circa 50 mila dispositivi installati, circa uno ogni 200 abitanti, guadagnandosi così il triste podio delle Regioni italiane in cui “le slot” sono più diffuse.
Guardando alla sola Provincia di Bergamo il dato è addirittura ancora più allarmante. 6700 macchinette e VLT installate, una ogni 165 abitanti. Come termine di comparazione, si pensi che in provincia abbiamo più macchinette mangiasoldi che posti letto negli ospedali (1 posto letto ogni circa 250 abitanti)
Il problema appare ancor più grave se si considera che chi gioca maggiormente sono le fasce più deboli e povere della popolazione, generando così una spirale di disagio e povertà in cui i giocatori alla fine si ritrovano sempre in una situazione peggiore di quella iniziale.Dove la crisi si fa sentire di più, dove disoccupazione e debiti non lasciano pace, la disperazione spinge le persone a cercare “il colpo di fortuna” che non c’è.
Nel 2015 il Movimento 5 Stelle Lombardia ha contribuito all’approvazione di una legge sul il trattamento per il gioco d’azzardo patologico che limitasse, all’interno delle limitate competenze che ha la Regione in materia, la diffusione di nuove sale da gioco.
Come abbiamo ribadito diverse volte però il vero cambiamento deve arrivare dallo Stato, cioè l’unico soggetto che ha il potere di legiferare sulla materia.
Ma al di là delle belle parole i partiti non hanno mai mostrato la minima intenzione di attivarsi per proteggere i cittadini e andare a colpire gli interessi delle lobby del gioco.
Primo perché il Governo non ha intenzione di rinunciare al gettito fiscale derivante dai “giochi”. Pensate che nel 2014 lo Stato italiano ha incassato da questo settore ben 8 miliardi di euro, oltre 15mila euro al secondo, per un giro d’affari totale di oltre 84 miliardi di euro. Cifre da capogiro, a cui però andrebbero sottratti i costi sociali legati alle patologie del gioco, dei quali però non esistono neanche delle stime attendibili.
Secondo perché esistono fortissime commistioni tra le lobby del gioco e i partiti politici. Appena entrato in Parlamento il Movimento ha denunciato i legami tra questi soggetti, eppure da allora nulla o quasi è cambiato. I partiti continuano a ricevere lauti contributi dalle lobby del gioco e molti politici finiscono poi addirittura a lavorare proprio per queste lobby.
Quanto dovremo aspettare ancora perché lo Stato intervenga con decisione per normare in maniera efficace il gioco d’azzardo legalizzato? Quante migliaia di italiani dovranno ancora finire sul lastrico prima che questa classe politica si decida a mettersi al servizio dei cittadini anziché delle lobby?
Intanto guardo la mappa della Provincia di Bergamo e non riesco a non pensare che questo è l’ennesimo danno inflitto ai cittadini da una classe politica di inetti asserviti al potente di turno.