Referendum Costituzionale: l’Italia e la bergamasca hanno detto NO

Il risultato del referendum, che per chi l’ha proposto era inaspettato, ha molti significati. Per prima cosa dimostra che le persone, quando in ballo c’è la nostra Costituzione, vogliono partecipare e l’alta affluenza, quasi il 70% a livello nazionale e l’80% a quello provinciale, ci dimostra che i cittadini vogliono essere coinvolti quando si mira a cambiare la Costituzione.
L’attaccamento al territorio è un altro aspetto importante. La riforma proponeva di tornare a centralizzare e nelle decine di incontri a cui abbiamo preso parte le persone continuavano a chiederci cosa sarebbe successo alle autonomie locali, autonomie che rischiavano di essere messe da parte con questa riforma costituzionale. I cittadini si sono opposti ed è stata una batosta per il governo Renzi.

Renzi ha avuto anche la responsabilità di spaccare il Paese mentre un Presidente del Consiglio dovrebbe cercare di tenere insieme tutti e non mettere una parte del Paese contro l’altra.
Poi c’è il risultato: una sonora batosta quando il 70% degli elettori decide di alzarsi e andare a votare e di questi il 60% dice che quello che ha fatto il governo non va bene. Questo è infatti sia un giudizio sulla riforma costituzionale, sia sui tre anni di governo Renzi che non sono riusciti a fare funzionare il Paese.
Anche nel Bergamasco il risultato è stato abbastanza schiacciante: un 55% per il no e il 45% per il sì (tolte alcune situazioni particolari come Bergamo, Lovere e Scanzorosciate). Però diciamo che anche nella Bergamasca è stato molto sentito questo referendum. Sicuramente togliere peso, potere e fiscalità alle autonomie locali ha destato preoccupazione tra i cittadini e
una delle principali criticità di questa riforma è stata proprio portare materie e competenze al centro. Il risultato ha fatto emergere che anche in Valle Seriana, come nell’Alto Sebino c’è una buona fetta della popolazione che non ne può più di questi governi non eletti da nessuno, di questi governi che fanno gli interessi delle grandi lobby (assicurazioni, banche, mondo della finanza). Ora c’è bisogno di ripartire dai territori e dai cittadini. Faccio un appello ai cittadini: so che ci sono molte persone interessate al Movimento Cinque Stelle, la nostra volontà è di provare ad andare al governo ricostruendo una comunità, per questo abbiamo bisogno di tutti voi, contattateci, facciamo ripartire con il Movimento Cinque Stelle i territori.

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