RESTO CON M5S MA ABBIAMO AVUTO LE BRICIOLE

RESTO CON M5S MA ABBIAMO AVUTO LE BRICIOLE E NON POSSIAMO PIÙ TACERE

Dall’intervista di oggi di su la Repubblica Milano

di Matteo Pucciarielli

“Il giorno dopo la formazione del governo Draghi il consigliere regionale dei 5 Stelle Dario Violi – è conosciuto per essere normalmente un tipo misurato, e politicamente un non ortodosso –  è una furia.

Perché è così arrabbiato?

Ritengo che la nostra classe dirigente non ha rappresentato degnamente il 33% che abbiamo preso alle elezioni nel 2018.

Lo pensiamo in tanti, ora basta.

Per rappresentare il 33% cosa avrebbero dovuto fare?

Portarsi a casa dei ministeri fondamentali per il nostro Paese, le Infrastrutture, lo Sviluppo economico. Invece alla fine ci prendiamo le briciole….

Questa sua rabbia la porta fuori dal Movimento?

No, rappresento il M5s nelle istituzioni come sempre, ma ora basta star zitti, non ce la faccio più a farmi insultare per strada.

Il problema è stato anche far parte di questo governo con FI e Lega?

No non questo, la partita si gioca, ogni partito poi sceglie la sua classe dirigente e fa valere le sue prerogative. Siamo noi che non abbiamo fatto valere le nostre.

Ora come si fa opposizione al governo regionale, sorretto da un partito col quale governate a livello nazionale?

È già accaduto ai tempi del governo gialloverde e non abbiamo fatto nessun passo indietro. La cosa più curiosa sarà vedere Fontana con chi se la prenderà adesso ai prossimi fallimenti della Regione….

L’Insoddisfazione è solo sua?

No, figuriamoci. Abbiamo le chat infiammate, dalla scorsa notte (tra venerdì e sabato, ndr) sono completamente impazzite, è uscito allo scoperto un malcontento che va avanti da tempo.

Come vedete la trasformazione del M5S in partito ambientalista, europeista e progressista?

Le cose cambiano, non sono innamorato del passato, il problema è chi guida questi cambiamenti e come li legittima.

Il merito da noi è stato considerato una colpa, se non hai abbastanza like finisci nell’angolo.

Cosa ne pensa del l’addio di “Dibba”?

L’ho sentito e penso sia una persona importante, ha dato un contributo importante al Movimento in questi anni, ignorarlo e accettare la sua uscita è un grosso errore.

A livello locale il coordinamento nazionale con Pd e LeU avrà delle ripercussioni sul breve termine? Penso a Beppe Sala e Milano.

Al momento non c’è nessun dialogo con lui, mi chiedo però chi decide se dobbiamo aprire dei tavoli anche localmente. Perché se le scelte vengono fatte dal territorio dove le persone si conoscono è un conto, se sono imposte dall’altro è un altro.

Su Milano insomma la convergenza è difficile.

Di sicuro non deve essere imposta, come dicevo. Se si vota a maggio comunque mi sembra tardi.

La settimana che viene il M5s vota il cambio di statuto per eleggere il direttorio nazionale di cinque persone. É interessato? Al momento no. L’organizzazione di un partito parte dai territori, non da quattro vertici che dall’alto diramano al basso.

Nel gruppo regionale è l’unico a pensarla nel suo modo?

Fin quanto detto è una mia posizione personale. Magari gli altri non sono così kamikaze, però sono sensazioni condivise con diversi.

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