Ieri sera ho partecipato ad una conferenza sull’indipendenza della Lombardia a Cologno al Serio. E’ stato interessante perché si è parlato di contenuti e diversamente da quanto spesso accade si è andati oltre gli slogan approfondendo le varie posizioni. I relatori hanno sostenuto tre idee diverse: una di indipendenza a livello regionale attraverso lo strumento del referendum, un’altra di autonomia macroregionale passando per le istituzioni – che è la posizione della Lega di Maroni – e la terza faceva riferimento alla solita vecchia secessione della Padania.
Da parte mia posso dire che parlare di indipendenza della Lombardia mi pare un’assurdità, ma non lo è la sua autonomia se intesa come aumento delle competenze e della fiscalità degli enti locali. Più si è vicino al territorio, più lo si conosce e più i cittadini possono svolgere funzioni di controllo.
Certo è che la richiesta d’indipendenza e autonomia non può venire dalla Lega che come partito ha sempre centralizzato tutto al punto da riuscire, proprio per lo scarso potere di controllo da parte della base, a fare investimenti in Tanzania e ad acquistare diamanti e lauree in Albania. La Lega è stata al governo per una decina d’anni ma, dopo la riforma del Titolo V che sembrava portare verso una maggiore autonomia degli enti locali, sono stati fatti soltanto passi indietro specialmente per quanto riguarda la fiscalità. Inoltre, e qui parliamo dell’oggi e del domani più prossimo, Regione Lombardia guidata dal centro-destra è Milano-centrica tanto quanto lo Stato è Roma-centrico, tant’è che quasi tutte le risorse per Expo sono destinate alla cementificazione dell’hinterland milanese e alle manifestazioni in provincia di Milano, quando invece si sarebbe potuto valorizzare il territorio lombardo nella sua totalità e con le sue peculiarità.
Per contro il M5S è espressione di una certa autonomia locale (i vari Meetup si autodeterminano – anche economicamente – e si coordinano in modo orizzontale) e di una valorizzazione del territorio visibile sia nel sostegno del km zero (principio che portiamo avanti da anni e per cui veniamo derisi dalla politica tutta che ci dipinge come “bucolici”) che nella concezione di Expo stessa: il gruppo consiliare di Milano aveva fatto una proposta di “Expo diffuso” in collaborazione con alcune università, ma non è stato preso nemmeno in considerazione.
Il M5S sostiene anche lo strumento del referendum propositivo senza quorum, perché i cittadini possano esprimersi ogniqualvolta lo desiderino sui temi che ritengono più urgenti. Quindi personalmente sosterrò qualsiasi richiesta di referendum che rientri nei limiti della legalità e del rispetto della persona e farò in modo che il MoVimento faccia altrettanto affinché i cittadini siano i veri protagonisti della politica.